Passaggio Chiave e l’amico Sergio Longoni
Domenica 12 maggio 2019 l’uscita della rete Passaggio Chiave si è svolta al Grignone raggiungendo la Baita Comolli, ad aspettare i partecipanti l’amico Sergio Longoni che ringraziamo per la calorosa accoglienza.
foto e racconti: Baita Comolli
Corno Orientale. Corso Arca
La quinta uscita del corso di alpinismo con la comunità Arca di Como, si è tenuta al Corno Orientale.
foto e racconto: Corno Orientale
Corso Arca 2019. Quarta uscita
La quarta uscita del Corso di Alpinismo con la Comunità Arca di Como si è svolta sotto la neve (siamo ad Aprile) mentre si raggiungeva il Rifugio Tavecchia in Valbiandino.
foto e racconto: Rifugio Tavecchia
La montagna non cura! Educa.
Per una “Pedagogia della montagna” … le riflessioni continuano. Di seguito riportiamo il contributo di Gianni Carrino (istruttore sezionale alpiteam)
La montagna non cura, educa! Per una Pedagogia della Montagna.
Così come nell’antica Grecia i maestri avevano la funzione trasmissiva verso gli allievi, anche la montagna assolve questa funzione. Allo stesso tempo la montagna non cura, dove il “non” sta per negazione, ed i “no” aiutano a crescere. Nel rapporto “maestro” (la montagna) ed allievo (i frequentatori) avviene l’atto di educare, l’ex – ducere, ovvero “tirar fuori”.
La montagna educa e i frequentatori prestano attenzione ad essa, sono premurosi, se ne prendono cura. Curare l’ambiente, in generale, e quindi anche la montagna, è un atto che trascende noi stessi, un atto di generosità verso ogni essere. Il prendersi cura di qualcosa e/o di qualcuno è altresì un agire educativo. Un modo per abbandonare l’”io” e il “mio” per coltivare il “noi” e il “nostro”.
“La montagna mi ha insegnato a non barare, ad essere onesto con me stesso e con quello che facevo” così scriveva Walter Bonatti (alpinista, scrittore ed esploratore) in Montagne di una vita. È probabile che Bonatti avesse già in mente la “pedagogia della montagna” o semplicemente ha vissuto l’andare in montagna come “mezzo per far crescere l’uomo che è in noi” (W. Bonatti, Una vita così).
La montagna è un ambiente particolare che parla attraverso l’enormità di silenzio che la circonda. Il silenzio impone i suoi ritmi che non sono i nostri usuali, così come il camminare in montagna ha allo stesso modo dei ritmi e delle soste. Il silenzio ci richiama l’occasione di fermarsi, di riflettere, di entrare in contatto con noi stessi e con alcune parti di noi sopite dalla velocità. La montagna parla di lentezze e di ritmi rallentati. La montagna esprime purezza, è un terreno spesso incontaminato, vergine, è ricca di natura che cresce libera e selvaggia o che resta immutata, come le rocce. Molti luoghi che poi raggiungiamo parlano della bellezza: grandiose visioni, improvvisi incontri, orizzonti infiniti. La montagna parla della nostra capacità di ascoltare, di sentire e di provare vissuti e sensazioni (Un contesto pedagogico, Fabiano Gorla).
In educazione un’attenta scelta del contesto in cui andiamo ad operare molto importante, detto con le parole del filosofo dell’educazione e pedagogista Riccardo Massa: “il contatto con l’elemento naturale non si limita ad essere un ingrediente, seppur irrinunciabile; è al contrario il riferimento nodale, il nucleo dal quale traggono spunto e sul quale si innestano tutte le attività”.
G.C.
Terza uscita corso di alpinismo
Dalla Valmadrera alla Cima del Moregallo, la terza escursione del corso con Arca di Como.
foto e racconti: Moregallo
Pedagogia della montagna
Pedagogia della montagna, uno scritto del direttore dei corsi Beppe Guzzeloni.
- Drogarsi consiste nell’assumere sostanze che alterano la coscienza e il corpo è la via attraverso il quale il soggetto accede ad una sensazione di forza, di estraneazione, di assolutezza e di totalità.
- Drogarsi significa acquisire “un’ identità” con stili di vita, modi di essere e di relazionarsi condizionati dall’abuso.
- Il lavoro educativo si basa sulla relazione e prospetta il passaggio dalla tossicomania ad un sintomo personale. Tale passaggio ne prevede un altro, complementare e non semplice nella sua attuazione. Il passaggio dal corpo alla parola.
- Il tossicodipendente porta con sé la difficoltà a rappresentarsi con la parola. E solamente se coglie nella parola, propria e dell’altro, una possibile alternativa alla droga che quell’identità che si è costruita, può essere messa in discussione.
- Il percorso di cura e di apprendimento consiste nel vivere l’esperienza, della soggettività che si “tuffa” nell’oggettività della realtà e da questa trasformata. Consiste, inoltre, nell’accompagnare il tossicodipendente sulla strada di una rappresentazione di sé non più frutto della costruzione sociale (stigma), ma della consapevolezza che “ho dei problemi”.
- Questo è possibile solo se vi è rielaborazione del ricordo e dell’agito. Spesso il ricordo viene rimosso, ma viene agito (sintomo). La tossicodipendenza è l’agito del rimosso, il sintomo di una sofferenza.
E l’andare in Montagna?
E’ lo ( o uno degli spazi) spazio e luogo (ambiente naturale ed umano) in cui il corpo può viversi e sperimentarsi. Un luogo particolare dove vivere l’opportunità di darsi un tempo per sé, con gli altri o da solo, in cui poter prendere contatto con se stessi. E’ l’opportunità di cominciare a “scoprirsi” attraverso la conoscenza di un ambiente naturale ed umano, mediante azioni, esperienze ( cammino, arrampicata…) che, se accompagnati nell’elaborazione del vissuto, aiutano ad aprirsi a se stessi e alla propria rappresentazione, “del chi sono io”. L’andare in montagna è uno stato mentale, una dimensione esistenziale, luogo delle piccole e grandi domande, specchio della propria coscienza. L’aspetto pedagogico, però, non è solamente fare delle attività in montagna, magari in modo consumistico, ma è quello di aiutare a vivere la montagna come luogo da rispettare, conoscere e difendere. La montagna è il luogo in cui natura e cultura, uomo e paesaggio, convivono nella ricerca del proprio equilibrio. Non vado in montagna per rischiare, ma imparo ad affrontare e gestire il rischio poiché è insito dell’ambiente.
Per pedagogia della montagna si intende la costruzione intenzionale di un setting, di un dispositivo emotivo, formativo ed educativo che ha come obiettivo la cura di sé, che investe la vita interiore del soggetto e ne promuove la crescita personale. Tale processo si svolge, cresce e matura nel contesto alpino come luogo in cui natura e cultura, uomo e paesaggio, convivono nella ricerca del proprio equilibrio. Ciò può avvenire solo se “si fa esistere” la montagna non solo come spazio naturale (geologico, botanico e zoologico) ma dalle invenzioni estetiche, dalle metafore e dalle simbologie umane. La montagna come luogo di espressione educativa intesa come possibilità di elevazione oltre che fisica (rappresentazione corrispondente ai propri bisogni) soprattutto spirituale. E’ nel rapporto, nella relazione, nell’apertura consapevole e responsabile tra soggetto e ambiente alpino che possono crearsi le opportunità di recupero di potenzialità e risorse personali. E’ un processo che mi porta a “sentirmi parte” dell’ambiente alpino. ”Sentire e avere la montagna dentro” è un lungo cammino fatto di motivazione, esperienze e conoscenza: trovare il senso di camminarla, arrampicarla, guardarla e osservarla comunque ( imparare un territorio). E’ il significato di andare in montagna, al di là della mete, delle motivazioni. Basta andarci. Toccare un appiglio, allacciarsi i ramponi, osservare degli stambecchi o intuire i movimenti di una marmotta, alzarsi all’alba, avere paura di attraversare un crepaccio, godere del vento….Provare l’impotenza davanti ad una montagna e alla sua sacralità è una sensazione di bellezza e stupore, di elevazione , di paura e di interrogativi. La montagna stimola l’istinto: i sensi sono cardini per la ragione, la conoscenza e la memoria. Il camminare, l’alpinismo, l’arrampicare devono diventare azioni consapevoli di conoscenza di sé e dell’ambiente in cui si svolgono tali attività. La conoscenza di sé (limiti, scoperta di emozioni, espressione del corpo, scoperta di possibilità proprie….), l’apprendimento di una tecnica, l’esperienza della frequentazione della montagna diventano luoghi di cura nella misura in cui “ mi occupo” anche di tutelare lo spazio che mi offre l’opportunità di cambiamento sia dal punto di vista della salute che di crescita umana e sociale. La cura di sé è imprescindibile dalla cura dell’ambiente alpino. La valenza pedagogica nel promuovere una relazione responsabile tra soggetto e ambiente alpino, offre la possibilità di incrementare la partecipazione alla vita sociale e ad una maggior consapevolezza che “la patologia” non annulla il poter esprimere la propria “cittadinanza”.
Alcuni obiettivi educativi
Processo di apprendimento e miglioramento del funzionamento cognitivo
Migliorare le capacità di socializzare
Attenzione all’altro
Superare lo stigma
Dare senso alla fatica
Capacità di adattamento
Acquisire e migliorare competenze
Dare senso alla rinuncia, accettare” Il no”
Dare senso al rischio e al coraggio
Passare dall’agire al pensare
Accettazione di sé
Controllo dell’ansia e dell’impulsività
Autonomia e interdipendenza
Coerenza e continuità
Scegliere e valutare
Saper attendere e dare senso al tempo
In sintesi
L’andare in montagna ( nelle sue varie espressioni) è una scelta personale e ha una valenza pedagogica (paradigma) perché:
- È opportunità di recupero di potenzialità e risorse personali ( offuscate dall’abuso)
- E’ opportunità di tradurre l’agire in parola ( vivo e dico ciò che sento, penso..)
- Interazione con un ambiente particolare ( conoscenza)
- Opportunità “politica” di partecipazione ( rispetto ambiente e impegno per la sua salvaguardia)
- Acquisizione di una propria “visione” del mondo
Monte San Primo per la seconda uscita del corso 2019
La salita al Monte San Primo ha rappresentato la seconda uscita del corso di alpinismo con la comunità Arca di Como.
foto e racconti: San Primo 2019
Alpe Devero e Passaggio Chiave
La seconda uscita della rete Passaggio Chiave, come da programma, si è svolta ciaspolando ad Alpe Devero.
visualizzata le foto: Alpe Devero
Prima uscita corso Arca 2019
Domenica 3 marzo si è tenuta la prima lezione pratica del corso di Alpinismo base con la comunità Arca di Como.
Gran bella giornata!
per visualizzare le foto: 5 terre