Aveva ottant’anni appena compiuti e da tempo la sua salute vacillava. Con la scomparsa a Lecco di Gigi Alippi lunedì 28 marzo, non solo i Ragni della Grignetta perdono un pilastro: Alippi è stato u…
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Aveva ottant’anni appena compiuti e da tempo la sua salute vacillava. Con la scomparsa a Lecco di Gigi Alippi lunedì 28 marzo, non solo i Ragni della Grignetta perdono un pilastro: Alippi è stato u…
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Domenica 20 marzo la prima uscita in ambiente del corso 2016 per Arca di Como.
ST. MORITZ, Svizzera — Peter Fill entra nella storia dello sci azzurro: l’atleta, a 33 anni, è il primo atleta italiano ad aggiudicarsi la Coppa del Mondo di Discesa libera.Giunto 10o posto nell’ultima gara della stagione a St. Moritz, sulla pista Corviglia, Fill ha aggiunto i 26 punt
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Giovedì 10 marzo il gruppo Passaggio Chiave si è ritrovato per una escursione nel Parco della Val Curone.
Foto: val curone
Mountcity e sicurezza, capitolo terzo: dopo gli incontri dedicati alla medicina e alle cose da sapere per prevenire il pericolo, la settimana delle montagne in città ha incontrato il cuore di Mila…
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Pubblichiamo di seguito l’articolo di Beppe Guzzeloni (Direttore dei corsi Alpitem) presentato al convegno di domenica 13 marzo di MountCity
foto: convegno mountcity
Alpiteam, Scuola di alpinismo lombarda, nasce a Seregno nel 1986 come Scuola di alpinismo del CAI; ha rappresentato e tuttora rappresenta un’innovazione e una anomalia nel campo delle scuole di alpinismo del sodalizio.
A darne vita è stato un gruppo del corpo istruttori della Scuola di alpinismo “Renzo Cabiati” della sezione CAI di Seregno. Nasce spontaneamente con il parere positivo della Presidenza Generale e del Consiglio Centrale del sodalizio e sotto la giurisdizione del Comitato di Coordinamento delle sezioni lombarde, nel pieno rispetto dei regolamenti della allora Commissione Nazionale Scuole Alpinismo (CNSA), oggi CNSASA.
Alpiteam fa della “territorialità” la sua caratteristica principale. Non appartiene ad una particolare sezione, ma opera in ambito territoriale lombardo, ponendo le proprie risorse tecniche e didattiche a disposizione di sezioni, gruppi e associazioni che ne richiedono l’intervento.
Nell’anno della sua istituzione Alpiteam svolge corsi di alpinismo per le sezioni CAI di Mariano C.se e Vedano al Lambro; uno stage su ghiaccio in Val Ferret per il GAM di Milano. Negli anni a seguire, fino al 1989, collabora con le sezioni di Meda e di Bovisio Masciago, Concorezzo e Voghera; organizza e gestisce anche un aggiornamento tecnico per gli accompagnatori sezionali di alpinismo giovanile di varie sezioni del comprensorio di Concorezzo e Monza.
Nel 2013 Alpiteam è ispiratrice ed esportatrice della propria esperienza dando luogo, con alcune realtà terapeutiche che operano nell’ambito delle dipendenze patologiche, a “Passaggio Chiave”. Ispirazione dovuta anche da ciò che avviene all’interno del “movimento” di Montagnaterapia che raccoglie in sé importanti esperienze con pazienti portatori di disabilità psichica e fisica.
I Servizi aderenti attualmente a Passaggio Chiave sono, oltre ad Alpiteam, le Comunità Terapeutiche: Arca di Como, Dianova, Il Molino della Segrona, Il Ceas di Milano, Villa Gorizia, Il Progetto di Castellanza e il Sert di Monza.
Con il 1987 Alpiteam inizia ad organizzare in via sperimentale un corso di alpinismo per la Comunità Terapeutica ”Arca” di Como che opera nel campo delle tossicodipendenze. Un’ esperienza nata quasi per caso, un’esperienza sbocciata da alcune domande di senso che gli istruttori fondatori del gruppo si erano poste e oggi ancora valide e attuali. E cioè : come dare spessore ai valori fondanti e irrinunciabili del Club Alpino Italiano come il volontariato e la gratuità? qual è la funzione sociale di una scuola di alpinismo del CAI nei confronti dei soggetti più deboli? L’alpinismo può offrire loro un’opportunità di crescita e di sperimentazione di sé in un modo diverso?
Tentare una risposta a queste domande è il frutto di un processo ancora in atto e ogni anno i ragazzi che partecipano al corso ci forniscono spunti e stimoli per costruirla. Certo è che l’andare in montagna, vissuta nelle sue diverse dimensioni, e la frequentazione di ambienti naturali di particolare bellezza, occupa un posto di rilievo nel programma riabilitativo della CT per la loro valenza educativa.
Sapersi porre una meta impegnativa, allenarsi per affrontarla, reggere la fatica, misurare le proprie forze, scoprire i propri limiti, dare continuità alla propria motivazione arricchendola nella relazione con gli altri, sono questi elementi che si acquisiscono durante l’esperienza in montagna e che restano come alcuni fattori strutturanti il programma residenziale.
Perché un corso di alpinismo per una CT che ospita persone con problematiche di dipendenza patologica? Di che tipo e con quali caratteristiche programmarlo? Gli istruttori devono essere anche educatori? La CT quale funzione deve svolgere?
E poi, quale alpinismo e quale passione per la montagna possono essere un’ alternativa alla dipendenza dalle sostanze? Non certo intesi come una relazione esclusiva, assoluta tra il soggetto e l’oggetto, tra me e la montagna, tra me e la sostanza, dove l’Altro sociale è escluso. Una relazione in cui l’oggetto diventa indispensabile, esigenza indifferibile, un qualcosa che non può venir meno, un qualcosa che non può mancare, dove il rischio potrebbe diventare condotta ordalica che si spinge fino alla sfida con la morte.
Se così fosse, l’alpinismo colliderebbe con certe forme tossicomaniche; se così fosse, un corso di alpinismo non avrebbe nessuna valenza vitale e quindi nessun significato pedagogico positivo.
La nostra esperienza, invece, parla di un alpinismo come opportunità di recupero di potenzialità, risorse e qualità, proprie dell’individuo, e da lui non più riconoscibili e utilizzabili prontamente, a causa delle limitazioni esistenziali derivate dall’abuso di sostanze. La montagna in quanto spazio naturale ricco di suggestioni metaforiche e simboliche, può diventare uno strumento di cura; e l’alpinismo, in quanto attività umana, diventa linguaggio, assume su di sé un discorso.
Ciò che proponiamo nei nostri corsi è l’esperienza di un alpinismo di scoperta dentro di sé, una sorta di esplorazione verticale. Il passaggio dal fare al pensare è fondamentale e si intreccia con il fare con e il pensare con il contesto relazionale (istruttori ed educatori) attraverso le funzioni di accompagnamento, con i processi di ricostruzione e di ri-apprendimento, di riconoscimento e di confronto tra Sé e la realtà esterna.
La Comunità fonda le proprie radici sull’esperienza della residenzialità, sul vivere insieme. Funge da contenitore, aiuta a “stare senza sostanze” e consente una presa di distanza da una realtà non più gestibile né vivibile.
Consente una costruzione o ri-costruzione di una rete di rapporti sociali che possa essere progressivamente interiorizzata, fatta propria. La Comunità è uno spazio, un luogo di produzione di nuovi significati vitali.
Anche l’andare in montagna, attraverso un corso di alpinismo, è uno spazio vitale che fornisce un senso al vivere. Non solo l’andare in montagna in sé produce senso al vivere, ma è ciò che ci insegna la montagna in tutti i sui aspetti.
La Comunità e il corso di alpinismo sono un tentativo di alleanza per aiutare i ragazzi a scoprire orizzonti di senso, obiettivi personali, progetti di vita.
Il corso ha soprattutto una finalità tecnico-didattica e culturale; non ci poniamo obiettivi educativi, ma siamo consapevoli che vi è un intreccio tra un’intenzione formativa e quella educativa poiché si affianca e incrocia quella fondamentale del programma riabilitativo. Il corso è una proposta, non un obbligo e non sostituisce il cammino residenziale. E’ un’esperienza integrante che non vuole classificare, escludere né fare differenze tra chi partecipa o no al corso.
Un corso di alpinismo aiuta i ragazzi a operare sui loro comportamenti “mancanti” come la memoria, la concentrazione, il controllo dell’impulsività e dell’ansia; come l’attenzione, la pianificazione e l’effettuare delle scelte.
Il corso che ogni anno organizziamo, lo possiamo realizzare grazie al sostegno economico del CAI Centrale e Regionale il cui importo ci permette di acquistare materiali e abbigliamento, a effettuare trasferimenti in zone alpine e a pernottare in rifugi. Comincia a marzo e si conclude a fine luglio con una salita ad un 4000. A ottobre i ragazzi organizzano la festa di fine corso dove vengono consegnati gli attestati. Tendenzialmente si iscrivono circa 25 persone e la metà lo porta a termine.
E’ strutturato in uscite pratiche che, in modo graduale, percorrono l’arco alpino e lezioni teorico-culturali riguardanti, tra le altre, la meteorologia, la flora e fauna alpina, l’orientamento e la topografia; la tutela dell’ambiente montano; filmati e incontri con personaggi che hanno ”fatto” la storia dell’alpinismo.
Senza fare nomi abbiamo invitato W. Bonatti, A. Aste, A. Gogna, S. Pedeferri, Luigino Airoldi, B. De Donà, Dante Colli, Gianni Rusconi, Marco Anghileri, Floriano Castelnuovo… e tanti altri.
Giuseppe (Beppe) Guzzeloni
La montagna per creare solidarietà, amicizia e sicurezza. Un incontro su queste importanti tematiche si tiene per la prima volta a Milano domenica 13 marzo 2016. S’intitola “La montagna che include…
foto: convegno 13 marzo 2016
intervento di alpitem: Giuseppe (Beppe) Guzzeloni
Sorgente: MountCity
vedi programma: montagna che include
Sabato 12 Marzo, l’Associazione culturale “I nuovi del Mulino” di Fino Mornasco, presenta “Una cascata di sorelle” commedia di Gian Carlo Pardini. Il ricavato della serata sarà devoluto per l’organizzazione del corso di alpinismo per la Comunità Arca di Como.
VI ASPETTIAMO!
vedi locandina: una cascata di sorelle
La Festa della Donna è l’occasione perfetta per inaugurare quello che spero diventerà una rubrica, in cui raccontare le storie delle tante donne che in molti modi sono legate alle montagne. Molto spesso le montagne e le vette, tra l’altro sostantivi femminili, sono associate agli uomini ed il pensiero comune, che per secoli ha dominato…
Sorgente: Montagna.TV